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cicatrizzante, coleretico, depurativo, diuretico, ipoglicemizzante.
rizoma, sommità fiorite essiccate, foglie fresche.
saponine, glucosidi, derivati antracenici, acido butirrico, malico, palmitico, vitamina C, un alcaloide.
La scrofularia appartiene alla stessa famiglia della graziola, della digitale a fiori porpora, della beccabunga, dell'eufrasia e del verbasco. Come queste, contiene sostanze che agiscono sul cuore; bisogna quindi attenersi alle dosi prescritte. Sfregandola tra le dita, la scrofularia, emana un odore nauseante; quando si eccede può provocare conati di vomito e violenta diarrea. Una volta, la scrofularia, era considerata efficace per la cura dei tumori ganglionari cronici causati dalla tubercolosi. Nel XIX secolo, dopo la scoperta dell'azione ipoglicemizzante della sua radice, la pianta fu annoverata tra i rimedi antidiabetici.
Attenzione!l'uso incauto di questa pianta può avere conseguenze molto gravi. Attenersi scrupolosamente alle dosi indicate. |
Scrofularia maggiore, Erba del verme, Erba morela, Erba da taj, Giavardo, Muruèle
Scrophularia nodosa L.
da 60 cm a 1,50 m. perenne, fusto ruvido, pieno, quadrangolare; foglie semplici, opposte, ovali, appuntite, a cuore o tronche alla base, glabre, dentate a sega; fiori bruno-verdastri (giugno-settembre), piccoli in pannocchie terminali, aperte, 5 sepali ovali con margine pergamenaceo, corolla bilabiata, labbro superiore eretto, in 2 lobi, quello inferiore più corto, 4 stami e 1 staminodo saldato alla corolla; capsula ovoidale, appuntita, a 2 valve, semi piccoli; rizoma grosso, nodoso, bruno-grigio. Odore molto sgradevole; sapore amaro.
terreni umidi boschivi in pianura e zone submontane, abbastanza diffusa nell'Italia centoro-settentrionale; fino a 1.800 m.