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Erboristerie in Italia
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aperitivo, diuretico, emmenagogo.
foglie (luglio-agosto), radice (primavera-autunno).
sali minerali (potassio, sodio, calcio), olio essenziale, una saponina.
L'eringio si può definire una pianta strana: è una Ombrellifera camuffata da cardo di cui imita le ombrelle bianche, fitte come quelle dei capolini delle composite. Le rade brattee, le foglie spinose, la lunga profonda radice dimostrano la tenacità con cui l'eringio si attacca al terreno, crando così gravi danni ai coltivatori.
In autunno il fusto dell'eringio si stacca naturalmente dal suolo e, secco e leggero, viene trasportato dal vento per la dissemina naturale. Per questo è chiamato cardo nomade.
E' una pianta perenne, elogiata dai medici dell'antichità per le diverse proprietà, tra cui quelle aperitive e diuretiche, oggi confermate.
I giovani germogli si mangiano in insalata; le giovani foglie, invece, si conservano sotto aceto e si consumano come i cetrioli. L'azione afrodisiaca, attribuita a questa pianta, non trova conferma.
Calcatreppolo, Bocca di ciuco, Cardone a cento capi, Ensalata d'àsen, Spongiòn, Brustolone, Salata del diavolo
Eryngium campestre L.
da 30 a 50 cm. perenne, fusto eretto, robusto, molto ramificato; foglie verde-biancastro, coriacee e spinose, le prime intere, le altre profondamente incise in segmenti dentati con lamina prolungata sul picciolo, quelle superiori inguainanti il fusto e a involucro sulle ramificazioni; fiori bianchi (luglio-settembre), sessili, compatti, in capolini peduncolati, ovoidali-globosi, involucro spinoso con 3-6 brattee appuntite e piane, calici con denti diritti sul frutto, 5 petali ristretti, 5 stami; diachenio ricoperto di scaglie appuntite; ceppo spesso, radice lunga e strisciante. Odore muschiato; sapore dapprima dolciastro, poi amaro e acre.
nei prati asciutti, in zone rocciose, nei luoghi aridi; fino a 1.300-1.500 m.