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Erboristerie in Italia
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carminativo, digestivo, emmenagogo, galattogogo.
frutti (maggio-settembre, dopo il secondo anno), radice; frutti raccolti dalle ombrelle dopo l'essiccamento.
olio essenziale contentente carvone e limonene, acidi grassi, protidi, glucidi, tannino, cellulosa.
I Greci chiamavano questa pianta col nome di karon, e gli arabi col nome di karwaia. Presente nelle regioni a clima freddo, questa piccola pianta Ombrellifera bianca, veniva chiamata, nel Medioevo, carvi. Nell'antichità era molto apprezzata per le sue proprietà carminative; nei Paesi nordici si usano i frutti per aromatizzare dolci e salumi, pane e formaggi.
Molto gradita dal bestiame è un buon foraggio; se essiccata facilita la digestione e aumenta la secrezione lattea della vacche e delle femmine degli ovini. Ai cavalli può dare brio, aggiungendo un cucchiaio di semi alla razione quotidiana di avena, per una settimana. I semi sono nocivi per i piccoli uccelli mentre ne sono ghiotti i piccioni.
L'essenza di questa pianta è tossica per l'uomo. Il cumino dei prati si differenzia dalla carota selvatica per i suoi fiori bianchi, mentre i semi sono spesso confusi con quelli del cumino.
Attenzione!l'essenza del cumino dei prati è tossica per l'uomo. |
Kümmel, Carvi, Cumino tedesco, Garvese, Anice dei Vosgi, Finòcc selvadegh
Carum carvi L.
da 30 a 60 cm. biennale o pluriennale, fusto eretto, ramificato alla base, glabro, scanalato longitudinalmente; foglie pennatosete con segmenti ancora divisi in lacinie strete, quelle inferiori picciolate, quelle superiori sessili; fiori bianchi (maggio-luglio), a ombrelle con 6-16 raggi molto ineguali; radice fusiforme; frutto ovoidale, brunastro. Odore molto aromatico; sapore piccante.
abbastanza diffuso nell'Italia settentrionale, nelle praterie, e lungo i viottoli di montagna; fino a 2.100 m.