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antinfiammatorio, astringente, cicatrizzante, diuretico, risolvente, vulnerario.
sommità fiorite, foglie mondate (giugno-ottobre); essiccare all’ombra.
tannino, olio essenziale, gomma
Diverse etimologie greche sono state proposte per Agrimonia: potrebbe derivare sia da agros, campo, e monias, selvatico, con allusione al suo habitat, sia da argemone, albugine della cornea dell’occhio, con riferimento alle sue proprietà oftalmologiche. Eupatoria deriverebbe da Mitridate Eupator, re del Ponto, che nel I secolo a.C. avrebbe introdotto la pianta nella terapeutica Nota fin dalla preistoria, somministrata anticamente come antidoto per il veleno dei serpenti, contro le malattie del fegato, i distrubi della vista e la perdita della memoria, l’agrimonia è stata per molto tempo confusa, nei testi, con la verbena. Da questa, fu distinta nel XV secolo e raggiunse, cent’anni dopo, il periodo di maggior popolarità. In seguito, la pianta venne trascurata; attualmente ha conservato il favore dei popoli nordici, che ne apprezzano l’infuso tonico, di attori e cantanti che la reputano efficace per la voce. Una pianta sua parente, l’Agrimonia odorata Mill., comune nell’Italia meridionale, molto profumata, predilige l’ombra e non possiede proprietà medicinali.
Eupatoria, Acrimonia, Erba vettonica, Grimonia, Agrimogna, Arimonia
Agrimonia eupatoria L.
da 30 a 70 cm. perenne, fusto semplice, vellutato, eretto, cilindrico; foglie grigiastre sotto, a stipole inguainanti, da 5 a 9 foglioline, dentellate, alterne con 5-10 foglioline più piccole; fiori gialli (giugno-settembre), piccoli, numerosi, in spighe allungate, 5 petali, 10-20 stami, 2 stili, calice uncinato; 1 o 2 acheni conici, rizoma strisciante, spesso. Odore poco aromatico; sapore agro, amaro.
Europa settentrionale, tranne le regioni artiche, terreni argillosi, soleggiati, comune in Italia lungo i fossi, le strade, nei pascoli; fino a 1000 m.