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Erboristerie in Italia
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antidiarroico, carminativo , diuretico, emmenagogo, galottogogo, ipoglicemizzante, reminalizzante
radice (fine estate), semi (alla maturazione), foglie fresche.
sali minerali, una pectina, glucidi, provitamina A, vitamine B e C
La carota selvatica fa parte della famiglia complessa delle Ombrellifere, all'interno della quale è possibile confondersi. La carota selvatica si distingue per la macchia color porpora posta al centro dei suoi fiori bianchi, disposti a ombrellette, cirocondate da brattee; questa macchia color porpora permette da non confonderla con quella tossica cicuta minore, Aethusa cynapium L.
Dopo la fecondazione, quando i frutti contornati da una doppia fila di aculei sono maturi, i peduncoli dei fiori si ripiegano formando una specie di nido. La sua radice legnosa, biancastra, dal sapore acre, dall'odore sgradevole, non ha nulla in comune con la carota coltivata, resa commestibile da un lento miglioramento della specie spontanea.
Il nome del genere Daucus deriva dal greco daukos, nome attribuito dai Greci stessi ad alcune Ombrellifere, e che pare derivasse da daiô, io irrito.
Pastanaga, Frastenaca, Pistinega, Pastriciano, Garotte, Frustinaga, Garvesa, Bastonagia, Bastunaggia
Daucus carota L.
da 30 a 80 cm. biennale fusto eretto, ramificato; foglie pennatosette, molli, più lunghe alla base; fiori bianchi (maggio-ottobre), a ombrella, un piccolo fiore al centro, porpora scuro, sterile, senza stami nè pistilli, involucro di brattee lunghe profondamnete divise; frutto sa coste, provvisto di peli irti a lesina; radice fittonante, sottile, poco colorat. Odore poco gradevole (radice)
nei campi incolti, lungo i viottoli, sugli argini, nei prati naturali montani e submontani, in tutta Italia.