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Erboristerie in Italia
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aperitivo, colagogo, depurativo, lassativo, stimolante, vulnerario.
foglie (prima della fioritura), radice (primavera o autunno); lavare, tagliare la radice a rondelle.
resina, tannino, essenza, inulina, ferro, un principio amaro.
Da non confondere l'eupatorio degli Arabi con quello dei Graci, che fino al XVII secolo, è stato il nome di una pianta, oggi nota come agrimonia.
L'eupatorio cannabino assomiglia alla canapa e tra le tante specie del suo genere, è la sola che cresce spontaneamente. Diffuso in Italia, dal mare ai monti, lungo i fiumi, nei terreni paludosi, nei boschi delle zone umide.
Piace molto alle capre nonostante le foglie siano amare. In fitoterapia si adoperano solo le radici e le foglie, che, quest'ultime, se usate fresche sono cicatrizzanti, ma difficilmente utilizzabili, dato il loro odore e il loro gusto molto sgradevole. Dicono che i cervi feriti se ne servano per lenire le loro piaghe. Dopo la raccolta devono essere usate quanto prima, perchè se essiccate perdono le loro proprietà.
Canapa acquatica, Gnasca, Cènef salvadegh, Canvetta, Cànnavo sevaggio, Erba cannalora
Eupatorium cannabinum L.
da 60 cm a 1,50 m. perenne, rizoma strisciante, breve, numerosi fusti fogliosi, eretti, rossastri in alto, tomentosi; foglie con 3-5 foglioline, opposte, a bordi crenati, glandulose sotto, con breve picciolo; fiori dal rosso chiaro al porpora (luglio-settembre), regolari, in capolini minuscoli raggruppati in densi corimbi; achenio nero a 5 coste, con pappo; ceppo ramificato, radice bianco-grigia, fibrosa, obliqua, grossa come un dito. Odore nauseante (radice); sapore amaro.
comune in Italia, nei prati, pascoli, terreni molto umidi, dal mare alle montagne; fino a 1.700 m.