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Erboristerie in Italia
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antinfiammatorio, aperitivo, cicatrizzante, diuretico, sudorifero.
pianta fresca (maggio-settembre) ed essiccata, succo fresco; essiccare rapidamente per evitare che i fiori anneriscano; conservare all’asciutto.
glucosidi (asperuloside).
Dai nomi popolari risulta evidente che i fusti, le foglie e i frutti di questa pianta si aggrappano tenacemente alle vesti delle persone che si avvicinano e al pelo degli animali. Pianta gracile, molle e leggera, per sostenersi si aggrappa agli arbusti vicini coi suoi aculei a uncino. E’ annuale, molto invadente; la si trova dappertutto e per mesi le siepi e le macchie sono costellate dai suoi minuscoli fiori bianchi. Il nome della specie aparine potrebbe derivare dal verbo greco apairo, che significa far presa. Dioscoride spiega, nei suoi scritti, come le pastorelle usassero i fusti dell’aparine, riuniti in fascetti, per chiarificare il latte. I frutti si adoerano come succedaneo del caffè e la radice torrefatta sostituisce la cicoria. Dalla radice si può estrarre una bella tintura rossa. Questa pianta possiede proprietà diuretiche ed è utile anche in caso di circolazione sanguinea rallentata, come si riscontra negli anziani. Il succo fresco o un cataplasma di foglie fresche triturate, applicati su una ferita, possono arrestare un’emorragia.
Attaccaroba, Reseghetta, Pelalenghe, Rasparella, Erba taca, Grappaela, Ruggemone, Azzeccamme, Scattalingula
Galium aparine L.
da 20 cm a 1,5 m. annuale, fusto gracile, rampicante, avvolgente, quadrato, munito di aculei sugli spigoli, rigonfio, peloso ai nodi, ramificato dalla base; vericilli di 6-8 foglie, lunghe, lineari a punta dura, pagina superiore e margini dotati di peli uncinati; fiori bianchi (maggio-ottobre), piccoli, in cime perduncolate all’ascella delle foglie, corolla a 4 petali, 2 carpelli accostati pelosi; frutto di 3-4 mm, peloso, globuloso, uncinato; radice gracile. Odore debole.
boschi, lungo le siepi, nelle macchie di pianura e di collina.