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Erboristerie in Italia
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aperitivo, astringente, coleretico, diuretico, emmenagogo, lassativo, tonico.
radice e fusto.
glucosidi antrachinonici.
Come dice il nome rubia, dal latino ruber, rosso, questa pianta era utilizzata per tingere i tessuti di rosso. Introdotta in Europa dall'Oriente, anche i Galli la adoperavano mescolandola con il succo blu di una Crucifera chiamata "pastello" o "guado" e ne ottenevano una bellissima tinta violetta. In Francia vi era un prospero commercio, per lungo tempo, fino a quando, mediante sintesi chimica, si ottenne il pigmento rosso che era contenuto nella sua radice. Il mercato di questa pianta ebbe termine ed essa passò dalle coltivazioni allo stato selvatico.
Nei climi mediterranei, si trova una pianta sua parente, la Rubia peregrina L., le cui foglie, persistenti in inverno, sono dotate di una sola nervatura.
Alizzari, Alosso, Gransa, Reobia, Ruggia, Erva di tinciri
Rubia tinctorum L.
da 60 cm a 1 m. perenne, fusto rosso-bruno, rampicante, ramificato, quadrangolare, munito sugli spigoli di punte ricurve; foglie verticillate a 6, grani, lanceolate, dotate di piccoli uncini sui bordi e sulla nervatura centrale, nervature secondarie a reticolo evidente; fiori gialli (giugno-agosto), piccoli, disposti in cime all'ascella delle foglie e alla estremità dei rami, calice a 5 denti, corolla a 5 petali saldati alla base, 5 stami, 2 carpelli; bacca tonda nera, grossa come un pisello; radice strisciante rossa, senza ricacci. Odore d'assenzio; sapore acre.
terreni calcarei della nostra Penisola, naturalizzatasi a seguito delle coltivazioni; fino a 1.000 m.