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Erboristerie in Italia
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bechico, depurativo, diuretico, emolliente, lassativo, sudorifero.
foglie, fiori (giugno-luglio); essiccare con attenzione.
mucillagine, colina, nitrato di potassio, allantoina, tracce di alcaloidi.
Quando si parla della famiglia botanica delle Borraginacee, in genere, bisogna pensare a piante più o meno ricoperti da peli (villose) con fiori a corolla tubolare a margini espansi e lobati, suddivisi in 5 petali, con calice persistente che da origine al frutto. I fiori, ricchi di nettare mellifero, assomigliano a quelli della borragine ma sono più allungati e pelosi. Il nome volgare, lingua di bue, è piuttosto appropriato dato la forma delle foglie e la loro rugosità. Quando esistevano i coloranti chimici, si estraeva dalla radice dell’ancusa una tintura rossa, che, nei tempi antichi era usata nella preparazione dei belletti. Il nome botanico del genere Anchusa deriva, infatti, dalla parola greca ankousa, che significa belletto. Questa pianta ha il fusto sotteraneo che si propaga nei terreni calcarei o nei campi incolti, ai margini di strade di campagna o sulle macerie e, generalmente, non si adatta alle altitudini, benchè sia stata segnalata dal Fenaroli al posto del Bernina (2309 m). In Italia, si trovano allo stato spontaneo, nove specie di Anchusa. Le foglie e i fiori hanno proprietà sudorifere ed emollienti.
Falsa borragine, Lingua di bue
Anchusa officinalis L.
da 30 a 60 cm. perenne, ruvida al tatto, ricoperta di peli rigidi; fusto fiorale ramoso; foglie ovali allungate, quelle superiori sessili, quelle inferiori ridotte gradatamente a picciolo; fiori blu (giugno-agosto), calice persistente, corolla a tubo della medesima lunghezza del calice, infiorescenza scorpioide; carpelli neri, rugosi.
nei campi molto incolti, sulle macerie, nei terreni alluvionali e nei pascoli magari di tutta l’Italia settentrionale; fino a 1800 m.