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Erboristerie in Italia
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colagogo, purgativo.
foglie della pianta adulta, essiccate.
alcaloidi, sali minerali.
Pecore e capre si cibano sempre di questa pianta, tanti altri, come i cavalli, non si avvicinano neppure: per loro è un veleno. Anche per gli uomini la corteccia, i fiori e i semi del maggiociondolo sono molto pericolosi. Bisogna quindi essere prudenti poichè questa pianta non è solo diffusa allo stato spontaneo ma è anche coltivata nei giardini per la bellezza e il profumo. I fiori possono essere confusi facilmente con quelli della ginestra è quindi opportuno prestare molta attenzione soprattutto in presenza di bambini. Infitoterapia si usano le foglie essiccate, sempre con molta attenzione, per la loro azione sulla vescichetta biliare. I medici omoeopatici ne prescrivono, in acluni stati depressivi, una tintura a base di fiori e foglie fresche.
Attenzione!da adoperare con prudenza; tutte le sue arti sono velenose, specialmente i semi, la corteccia e la radice. |
Lamborno, Maggio, Avorniello, Anagiri, Avorno, Eghero
Laburnum anagyroides Medik.
da 3 a 10 m. arbusto, corteccia liscia, grigio-verde, legno chiaro che scurisce con l'età; rami arrotondati, pendenti; foglie alterne, a 3 foglioline picciolate, ovali, appuntite, verde scuro sopra, verde glauco e pelose sotto; fiori giallo oro (aprile-giugno), in grappoli penduli, calice a campana e a 5 denti ineguali, corolla papilionacea a petalo superiore eretto, 2 petali inferiori saldati, ricurvi a becco, 2 petali laterali lunghi, 10 stami saldati alla base dal loro filetto; legume bruno (5-6 cm), con margine superiore spesso contentente da 2 a 7 semi bruno scuro. Odore gradvole; sapore zuccherino.
molto diffusa in Italia, di preferenza nei terreni calcarei; fino a 1.800-2.00 m.