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ipocolesterolemizzanti, coagulanti
foglie, fiori (luglio-settembre), semi (ottobre).
glucidi, lipidi, protidi, cellulosa, enzima coagulante del latte (semi), vitamina C (foglie), due sostanze coloranti, di cui la cartamina o rosso vegetale (fiori).
Il cartamo ha origini orientali e il suo nome deriva dall'arabo kurthum, a sua volta derivato dall'ebraico kartami, tingere, ed è il nome generico di una pianta tintoria (usata in tintoria). Questa specie di cardo, con fiori giallo-arancione circondati da brattee, ha sostanze coloranti. Oggi con l'arrivo dei coloranti chimici, questa pianta è sempre più trascurata. Nel cartamo sono presenti due sostanze coloranti, una gialla solubile in acqua e una rossa solubile in alcol. La cartamina, detta rosso vegetale, è, ancora oggi, usata dai pittori e, in Algeria, viene usata per preparare cosmetici.
I pappagalli sono ghiotti dei semi amari del cartamo. Le foglie e i semi possono far cagliare il latte perchè contengono uno speciale enzima. Nell'Italia settentrionale questa pianta è coltivata come sostituzione dello zafferano, anche se di qualità inferiore (il suo sapore è più debole) e per produrre olio di semi.
E' una pianta molto rara allo stato spontaneo.
Carthamus tinctorius L.
Zafferanone, Cartamo officinale, Zafferano bastardo, Safranùn, Zafràn, Urfaru, Usciuru, Zafferano matto, Grougo
da 10 a 60 cm. annuale, fusto glabro, ramificato; foglie oblunghe dentate, spinose, sessili, leggermente inguuainanti; reticolo di nervature visibile sulla lamina inferiore della foglia; grandi capolini solitari giallo-arancione (luglio-settembre), contornati da numerose brattee che terminano con appendici cigliate; achenio sormontato da scagliette. Sapore amaro.
Italia settentrionale, nei piccoli orti; qualche pianta sfuggita alle colture potrebbe naturalizzarsi e perpetuarsi allo stato spontaneo.