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Erboristerie in Italia
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calmante, emolliente, lassativo.
radice, foglie, fiori (prima della completa fioritura); essiccare all'aria e all'ombra; la conservazione è difficile, i fiori diventano blu essiccandosi, e si decolorano alla luce.
mucillagine, antociani
La malva si riconosce per i suoi fiori con 5 petali distanziati, dal margine superiore segnato da una insenatura, più stretti alla base, e per i frutti a dischi biconcavi disposti a corona in un calice persistente. La malva spontanea si trova soltanto nei terreni molto azotati dei giardini e nelle concimaie, come pure nei campi abbandonati. Dall'VIII secolo a.C., è stata usata come ortaggio e come rimedio medicamentoso. Se ne mangiavano i teneri germogli. Nel XVI secolo, in Italia era denominata omnimorbia: rimedio per tutti i mali. La malva fa parte degli ingredienti della ricetta dei quattro fiori, composta di sette specie: rosolaccio, farfara, piede di gatto, verbasco, altea e viola mammola.
Malva selvatica, Varmetta, Riondella, Nalba, Melba, Màleva, Miloghia, Narbighedda
Malva silvestris L.
da 20 a 70 cm. biennale, ma a volte annua, fusto in parte eretto, si divide a raggiera dal ceppo centrale, pubescente; foglie lungamente picciolate, palminervie, con peli ruvidi; fiori lilla, venati di rosa (maggio-agosto), grandi, da 2 a 4, calice a 5 lobi, calicetto a 3 foglioline strette, 5 petali bilobati all'apice, numerosi stami, saldati per mezzo dei loro filamenti, 12 stimmi; 12 carpelli che si tramutano in 12 acheni reniformi. Sapore scipito.
diffusa in Italia dalle regioni mediterranee fino alle zone montane, presente anche, nelle Isole maggiori; fino a 1.300 m.