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Erboristerie in Italia
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antisettico, antispasmodico, bechico, febbrifugo.
parte aerea della pianta (luglio-settembre), fresca o essiccata, succo freco.
tannino, pigmenti flavonici, naftochinone.
Le minuscole drosere crescono negli acquitrini, nelle torbiere, sugli sfagni e i muschi. Sono piante carnivore perchè si cibano di insetti, e durante l'estate, ogni pianta, può catturarne anche duemila. Sono dotate di un enzima simile alla pepsina del succo gastrico dell'uomo.
La drosera ha rosette di foglie arrotondate, da cui s'innalzano i gracili fusti fiorali. Le foglie, sono ricoperte da tentacoli rossi, sottili e sensibili che terminano con piccole ghiandole che secernono un succo vischioso, zuccherino e luccicante, che ha dato alla pianta il nome popolare di rugiada del sole. Gli insetti attirati da questa secrezione restano invischiati e altri tentacoli si richiudono sopra la minuscola preda. Digerito l'insetto la drosera ridistende le sue foglie pronte a catturare un'altra vittima.
La drosera è stata usata dagli alchimisti e, in seguito, dagli stregoni che la utilizzavano per i loro sortilegi.
Oggi, tutti i medici conoscono l'azione calmante della tintura di drosera, e dell'infuso di foglie fresche, per gli eccessi della pertosse.
Rosolida, Rorella, Rugiada del sole, Erba giassà
Drosera rotundifolia L.
da 10 a 20 cm. perenne, fusto fiorale verde o tinteggiato di rosso, fragile, glabro, eretto; foglie lungamente picciolate, in rosette basali, sopra il muschio, rotonde, ricoperte da ciglia tentacolari, con ghiandole rossastre vischiose, più lunghe ai bordi; fiori bianchi (luglio-agosto), piccoli (5-8 mm), in spighe rade voltate da una stessa parte, 5 sepali, 5 petali, 5 stami, 3 stili; capsula allungata che si apre in 35 valve, contentente numerosi semi alatai; ceppo gracile con emissione a stadi annuali di radichette avventizie. Odore nullo; sapore astringente, amaro.
torbiere, acquitrini, località umide delle Alpi e degli Appenini; fono a 2.000 m.