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Erboristerie in Italia
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emolitico, risolvente.
rizoma (dicembre); conservarlo in luogo al fresco, immerso nella sabbia, oppure tagliarlo a dischi ed essiccarlo nel forno.
ossalato di calcio, una sostanza istaminosimile, mucillagine, glucidi.
Il tamaro ha fusto sottile che si avvolge attorno agli alberi o ai pilastri dei pergolati. E' il solo parente europeo delle piante di igname tropicali. Le radici, che sembrano delle grosse rape, si assomigliano molto; sono spesso carnose, talvolta pesanti parecchi chilogrammi, e molto tossiche crude. Cotte a lungo, cambiando parecchie volte l'acqua, si potrebbero consumare senza pericolo. Dal punto di vista medico si utilizza la pianta solo per uso esterno. Il rizoma, tritato, impastato, bollito, si usa come cataplasma, sulle contusioni di ogni tipo. Gli omeopatici, secondo il loro principio di curare il male col male, una volta prescrvevano, a dosi infinitesimali, contro le isolazioni, una tintura ricavata dal tamaro.
I frutti del tamaro sono bacche rosso fiammante di cui merli e tordi sono ghiotti. Le bacche sono velenose, pericolosissime e possono essere confuse con le bacche di ribes rosso.
Attenzione!non inghiottire. |
Uva tamina, Tanno, Ligabosco, Vite nera
Tamus communis L.
da 2 a 4 m. perenne, fusto erbaceo, gracile, cilindrico, volubile, sinistrorso, ramificato, senza viticci; foglie alterne, picciolate, semplici, a cuore con la punta rivolta in basso, verdi, lucide, sottili, con 5-7 nervature; fiori verde pallido (marzo-luglio), dioici, in spighe aperte, all'ascella delle foglie, corte quelle femminili, lunghe quelle maschili; bacche rosse, lucide; grosso ceppo tuberoso, a forma di enorme rapa, carnoso, nerastro all'esterno, biancastro al taglio. Odore debole; sapore acre, amaro (radice); acidulo poi bruciante (bacche).
diffuso in tutta Italia, dal mare fino alle zone collinari e submontante, nei boschi, nelle macchie; fino a 1.200-1.400 m.