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Erboristerie in Italia
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aperitivo, depurativo, diuretico, sudorifero
radice (fine estate); essicate a pezzi
glucosidi, sali minerali
Col nome cardio si descrive una pianta che punge e il cardo dei lanaioli è tra queste. Il nome scientifico deriva in parte dal greco dipsan akomaï, lenisco la sete, in quanto, le grandi foglie opposte, si saldano alla base, formando una coppa dove si ferma una piccola riserva di acqua piovana e in parte dal latino fullones, lanaioli. Ha grossi capolini ovoidali muniti di brattee in reste acuminate e ricurve. Il fusto e le nervature delle foglie sono spinosi. I fiori di questa pianta hanno la particolarità di essere a metà del capolino per poi aprirsi progressivamente sia verso l'alto che verso il basso.
Il cardo dei lanaioli era ampiamente coltivato I ricettacoli dei capolini della specie coltivata, Dipsacus sativus L., erano adoperati per cardare cioè per eliminare la borra superficiale dei tessuti di lana. Venivano adoperati manualmente ma poi furono applicati alle macchine.
Cardo di Venere, Cardo da panni, Scardaccione, Rissòlu, Pettenaro, Sgarz, Pettini di lupu, cima de pastori
Dipsacus fullonum L.
da 80 cm a 2 m. biennale robusto, munito ovunque di corti aculei, ramificato; fusti eretti, pungenti, che terminano con teste irsute, ovoidali, con involucro di lunghe foglioline; foglie intere, opposte, nervature spinose, lamine saldate alla base che formano una conca per raccogliere le pioggia e la rugiada; fiori rosa-lilla o lilla (luglio-agosto), corti corolla tubolosa, 4 lobi, calice cortissimo achenio a 8 coste.
diffuso un poco ovunque in Italia; è facile trovarlo lungo i fossi, nei terreni incolti e argillosi, tra ruderi; fino a 800 m.